Immagini di Natale - Schiele, Krumau



E, alla fine, ci si ritrova ancora una volta di fronte a quella porta. Oltre quella maniglia, ogni anno, si festeggia il Natale. Sempre con lo stesso rito, con le stesse portate, con le stesse parole e le stesse canzoni.
Ma, prima, ci si sofferma a guardarla - quella porta. Prima di suonare il campanello. Si alza la testa e ci si storce il collo per guardare le piccole finestre delle abitazioni che si stagliano contro il cielo nero - in attesa della mezzanotte.
Da un balcone pendono luci. Da una finestra spunta una stella di Natale. Un'altra ancora non ha nulla e allora pensi che tutto il calore del Natale sia dentro, solo dentro. Oppure no, affatto: là nessuno festeggia il Natale. C'è chi, fuori il balcone, accanto al Babbo Natale impiccato e penzolante, ha messo ad asciugare panni umidi di lavatrice e guazza. E, allora, pensi: qualcuno, il giorno della vigilia, tra un pesce, una luce e un parente a cui rispondere bene o male, ha pensato a lavare i panni.
Capisci, allora, che il giorno di Natale la vita non si ferma. Siamo noi a fermarla, per forza di cose, o non avrebbe significato - o ci sfuggirebbe dalle mani fino alla pazzia.

Schiele ha dipinto la piccola Krumau un numero impressionante di volte. Da ogni angolazione, dall'alto, dal basso, d'estate, d'inverno, oltre il fiume, dalle colline - con gli occhi pieni di meraviglia o ricolmi di tanta atroce delusione. Eppure, ogni volta, meglio di altri, ha saputo donare al mondo qualcosa che spesso ci sfugge. La casa, la casa vista da fuori. Ogni finestra è una storia da raccontare, ogni luce una persona che vive, ogni facciata è un un'espressione, ogni straccio ad asciugare è emblema di un'esistenza che esiste. Crediamo di essere noi e solo noi l'unico punto di vista sul mondo, eppure ogni finestra ci apre ad altri mondi e dalle finestre si affacciano altri occhi, pronti a guardare la vita a proprio modo. Di sicuro, dipingendo questo scorcio, Schiele non ha pensato al Natale. Ma la sua Krumau curva e compatta rievoca proprio il Natale: le case strette tra loro, incastrate l'una nell'altra, assomigliano a persone. Sono case anonime eppure fatte di sangue, di carne, di pulsazioni - e di storie da raccontare.

Allora stai lì e stai per suonare il campanello. Prima di farlo, prima di entrare nella tua casa del Natale, lanci un'altra occhiata, in completa solitudine e padrone del mondo, alle anonime finestre tutte attorno - ognuna festeggia il Natale a proprio modo, ognuna coi propri odori, ognuna col proprio continuo scorrere. E la vita galleggia nel palmo della tua mano.

Commenti

GIOCHER ha detto…
Divina istantanea di un momento,tra i tanti di questa ricorrenza, obliato.
Grazie! <3