PROIEZIONI NOTTURNE - "Ponyo sulla scogliera"


Attenzione! Questo film può creare dipendenza! E' irrefrenabile la voglia di cantare per ore "Ponyo Ponyo! Ponyo pesciolina tuuuu!!"

Nelle profondità marine, dove l'acqua è ancora pura, il signor Fujimoto (un Howl molto invecchiato) protegge e controlla le sue figlie pescioline. Tra queste c'è Brunilde, la più grande, che fugge dalla sua casa marina e approda sulla terra. Qui, Brunilde conosce il piccolo Sosuke-chan, che la salva, la cura e le dà per nome Ponyo. Ma... "A Ponyo piace Sosuke-chan!" e la piccola pesciolina, che sa usare la magia, diventa una bimba di cinque anni!!
E il mondo inizia a rovesciarsi!



"Ponyo sulla scogliera" è un film bellissimo, tenerissimo, delicatissimo. La purezza di quei due bimbi incanta. Il loro piccolo mondo è assolutamente perfetto e non ha spazio per nessuna bruttura, per nessuna cattiveria. Sosuke-chan va all'asilo ma è un bimbo responsabile, intelligente, aiuta le nonnine della Casa dei Girasoli e ha la mamma più speciale del mondo! Lui e Risa - la mamma - insegnano a Ponyo la bellezza delle piccole cose, la dolcezza di un té caldo con il miele, la magia della preparazione del ramen, l'importanza della luce... Per Ponyo, ma anche per Sosuke-chan, tutto è nuovo ma anche naturale. Meravigliosa la scena in cui Ponyo scopre che esistono i "neonati". Il neonato non può mangiare la zuppa. Allora Ponyo ne dà tanta alla mamma perché diventi latte. La semplicità con cui Miyazaki racconta un passaggio così complesso è sorprendente: come spiegare la vita ai bambini? Bè, forse loro ne sanno molto di più dei grandi, perché la vivono in modo istintivo. Ponyo si fa guidare dagli espressivi ed enigmatici occhi del neonato: così lo bacia, lo stringe, lo coccola. E Sosuke-chan, dal canto suo, ha un grande compito da affrontare: accettare e far accettare qualcosa di magicamente diverso. A lui Ponyo piace così come è, come pesciolina, come bambina, come via di mezzo. Gli piace perché ai bimbi poco importa se vieni da un altro mondo, l'importante è la magia che sai evocare.
Ed ecco che quella barchetta giocattolo diventa una mini-barca in cui tutto entra perfettamente, i due bimbi, il loro mondo e la scoperta della vita.

E poi... il mondo dei grandi, degli uomini che sempre inquinano tutto, il mare come l'esistenza. Dopo il modo ben più complesso di affrontare questi e altri temi in "La città incantata" e "Il castello errante di Howl" (che ho nel cuore!), Miyazaki, il genio, torna a parlarci - come in "Totoro" - con una semplicità mai banale, sempre densa, sempre ricca di emozioni vere.

E' la magia del cinema, dell'animazione di Miyazaki. E' la magia di Ponyo.

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